Nel mese di ottobre Padre Giuseppe
attraverso facebook sulla sua bacheca con un messaggio lanciava un grido di
allarme circa lo stato di degrado e di abbandono in cui versano i Laghi di
Monticchio e denunciava i disagi patiti dai numerosi turisti venuti a visitare
l’Abbazia di S.Michele. Ecco il testo del messaggio :
"I Laghi di Monticchio, meta di turismo, continuano a far parlare di sè
in negativo. L'illuminazione esterna pubblica dell'Abbazia di San Michele
sembra di competenza del Comune di Atella, da tre settimane è completamente al
buio. I tanti turisti, che visitano questo luogo, favoriti ancora dal bel
tempo, indignati ed arrabbiati la sera del 19 ottobre 2013, dopo aver visitato
l’Abbazia, usavano i propri cellulari per fare un pò di luce e tornare alle
proprie autovetture. Questa non è una bella cartolina di presentazione di
questo luogo e soprattutto di questa Abbazia, nata intorno a eremitaggi
basiliani del X secolo e passata ai Benedettini e poi ai Cappuccini.
All’interno, una chiesa del XVIII secolo, conserva l’edicola di San Michele,
piccola nicchia con affreschi bizantini. Nella zona si trova la riserva
naturale orientata delle Grotticelle, primo esempio in Italia di area istituita
per proteggere un insetto, la farfalla notturna Bramea europea, diffusa in Asia
e Africa, ma presente in Europa solo in questi luoghi, dove fu scoperta nel
1963. Per migliorare questo luogo non sarebbe il caso di istituire un tavolo
istituzionale tra i Comuni interessati a questo luogo? "
“Monticchio sta affondando”.....questo è il titolo a
caratteri cubitali dell’articolo pubblicato l’11 gennaio 2014 sul Quotidiano
della Basilicata a distanza di poco più di due mesi da quella denuncia. Triste
reportage sul declino di un’area :
Monticchio sta “affondando”
L’oasi naturalistica in stato di abbandono
Pedalò affondati, pali divelti, incuria diffusa e un futuro tutto
da decifrare
ALBERI spezzati,
pali dell’illuminazione divelti, passerelle distrutte, buche stradali diventate
vere e proprie voragini senza fondo. No, ai Laghi di Monticchio non c’è stata
nessuna alluvione. Da qui sono passate soltanto l’incuria, l’abbandono, la
negligenza di chi da tanti anni occupa posizioni di potere ma non muove un dito
per una delle zone turistiche più interessanti della Basilicata. La magia delle
giornate natalizie ha regalato una vista sui laghi unica. Ma non è bastato
essere pervasi dallo spirito del Natale per cancellare i problemi di questa
splendida perla tutta lucana. Problemi annosi che tornano spesso alla ribalta
ma che, con altrettanta velocità, ricadono nel dimenticatoio.
Secondo i recenti
dati del World Tourism Organization, il turismo in Italia rappresenta il 10-12%
del PIL nazionale. L’agenzia internazionale colloca la nostra nazione al quinto
posto nel mondo per presenze turistiche straniere. Numeri che, sviscerati
regione per regione, fotografano una situazione di disequilibrio nazionale: ai
numeri da capogiro del Trentino Alto Adige (in cui il turismo rappresenta il
18% del Pil regionale) si contrappongono quelli della Basilicata dove il
turismo, attività economica fortemente in crescita sia in Italia che nel resto
del mondo, produce solo 4% del Pil della nostra regione da sempre incapace di
valorizzare il grande patrimonio artistico e naturale che possiede.
Monticchio
rappresenta una grande opportunità di crescita per un territorio, il
Vulture-Melfese, da cui le industrie stanno scappando.
Il Vulture e
Monticchio hanno tutto: natura, storia, archeologia, religiosità e
enogastronomia.
Monticchio
potenzialmente è uno dei volani turistici della nostra regione che, se messi in
rete, potrebbero costituire un unico grande attrattore territoriale da
esportare in tutto il mondo. Da sempre visto come un “concorrente” turistico da
annientare e non come un “amico” da aiutare, Monticchio sta però affondando.
Proprio come quella barchetta nelle acque dei suoi laghi.
LA STORIA: TRA
BELLEZZA E PARADOSSI
I laghi craterici
del Vulture, detti anche Laghi di Monticchio, situati a circa 650 metri sul
mare, sono due laghi gemini, separati l’uno dall’altro da una stretta diga
costituita da materiali eruttivi. I Laghi, denominati Lago Grande e Lago
Piccolo, riempiono le due depressioni crateriche responsabili della messa in
posto degli ultimi prodotti eruttivi del Vulture. La loro profondità è di 36
metri per il primo e di 38 metri per il secondo. I due laghi sono alimentati,
sul fondo, da alcune rigogliose sorgenti che pullulano facendone lievemente
increspare lo specchio nelle giornate di perfetta calma regalando ai visitatori
uno spettacolo unico. Attraverso un ruscello, le acque dal Lago Piccolo
giungono al Lago Grande, privo di sorgenti e situato a quota leggermente
inferiore. Dal Lago Grande, infine, le acque defluiscono verso il fiume Ofanto,
attraverso un emissario spesso in secca in estate. Diverse sono state le
popolazioni che si sono insediate qui nel corso dei secoli: dai normanni ai
basiliani finanche ai benedettini che hanno lasciato delle tracce storiche del
loro passaggio.
Tra i luoghi di
interesse, oltre allo spettacolo naturale che Monticchio offre, come non
ricordare l’Abbazia di San Michele Arcangelo, costruita dai monaci basiliani
nell’VIII secolo e poi custodita dapprima dai benedettini e poi dai cappuccini,
il Museo di Storia Naturale allestito proprio all’interno della Badia, e
l’Abbazia di Sant’Ippolito, eretta dai basiliani nel XII secolo sull’istmo che
divide dei due laghi. I boschi di Monticchio ospitano la rarissima farfalla
notturna “Bramea Europea”. Scoperta dal Conte Federico Harting nel 1963, per la
salvaguardarne la sopravvivenza, è stata istituita un’apposita riserva naturale
chiamata “Grotticelle”.
and. ger.
Nessun commento:
Posta un commento