Navigando su Internet e sui Social
Network è facile venire a conoscenza di informazioni di vario genere.
Tra le tante è possibile
imbattersi anche in notizie alquanto preoccupanti e riguardanti casi di povertà
che emergono in modo preponderante anche in una realtà piccola come Atella.
Infatti, la notizia del giorno è quella
di un cittadino che, colpito dalle difficoltà di una crisi che stenta a
diminuire, dopo aver chiesto una mano al Sindaco Nicola Telesca ed ai vari
assessori di turno ha lanciato un grido di aiuto attraverso i mezzi di
comunicazioni.
La vicenda è stata
pubblicata da diversi siti internet ed anche da "Il Quotidiano della Basilicata".
Una riflessione, però, è giusto
farla.
La povertà non ha genere, non ha
provenienza e livello di istruzione e dal 2007 ad oggi, aggravata dalla crisi
economica, è un fatto che colpisce sempre di più larghi strati della
popolazione.
Ciò sta avvenendo anche ad Atella
e bisogna prendere atto che non è più un fenomeno anni luce lontano da tutti
noi.
Non ci sono, quindi,
giustificazioni di sorta e l'attenzione verso questo fenomeno deve essere alta
da parte di chi amministra.
Al di là delle belle parole, delle
promesse (un mezzo troppo spesso usato per illudere), per contrastare la
povertà occorre pensare a politiche di intervento in collaborazione con la
Chiesa e le associazioni presenti sul territorio.
Il grado di civiltà di una
comunità si misura anche dalla capacità di saper distribuire la ricchezza attraverso
politiche adeguate e mirate avendo tra le priorità l'attenuazione degli effetti
negativi delle disuguaglianze.
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