Al Consiglio comunale del
28/11/2013 l'allora consigliere comunale di maggioranza Pietro TELESCA (oggi assessore) in merito alle nuove tariffe TARES
dichiarava "...solo le abitazioni private (la prima abitazione) potrebbero
avere un aumento del 58%. Per farla breve chi paga 100,00 euro dovrebbe pagare
158,00 euro...queste sono le nostre previsioni, le previsioni di una
maggioranza. Poi saranno i cittadini probabilmente a fare le valutazioni".
E’ possibile ascoltare tali
affermazioni con le vostre orecchie dal minuto 0:47:28 al minuto 0:49:42 sul
sito http://www.nbradio.biz/CCAtella.html .
Invece, proprio in questi giorni
gli atellani stanno valutando bene gli enormi
aumenti che ha comportato l'istituzione della TARES ma soprattutto le bugie
propinate alla collettività da un'Amministrazione capace solo di tartassare i
cittadini.
Infatti, quelle roboanti
dichiarazioni dell'attuale assessore Pietro Telesca non hanno trovato riscontro
nella realtà. Una vera e propria “stangata" si è abbattuta sulle tasche
dei cittadini e degli operatori economici di Atella.
Il Centro-Sinistra di Atella con
il VOLANTINO intitolato "Uniti per
cambiare ...in peggio" aveva previsto tutto ciò a cui si andava incontro
ed le bollette di questi giorni lo dimostrano senza alcun ombra di dubbio.
Un vero salasso per gli atellani
che ha smascherato il reale CAMBIAMENTO che l'Amministrazione comunale “Uniti
per Cambiare” sta operando a discapito delle tasche degli atellani.
I consiglieri di minoranza
Zaccagnino e Petrino avevano proposto all'Amministrazione comunale di
continuare ad applicare la Tarsu depositando agli atti del Consiglio comunale
del 28/11/2013 un documento con il quale si
dichiaravano contrari alla TARES e spiegando in modo dettagliato quali
effetti negativi avrebbe procurato tale scelta sui bilanci delle famiglie
atellane.
Questa amministrazione, invece, non
ha voluto ascoltare la posizione costruttiva e propositiva dei consiglieri di
opposizione ed ha preferito seguire la strada scellerata dell’aumento
indiscriminato.
Eppure il Governo italiano,
nell’ottobre scorso (si veda l’art. 5, comma 4-quater, del Decreto Legge 31
agosto 2013, n. 102, convertito con modificazioni dalla Legge 28 ottobre 2013,
n. 124) diede l’opportunità ai comuni di poter continuare ad adottare la Tarsu
piuttosto che la Tares.
In virtù di questo, molti comuni hanno
approvato a dicembre il bilancio proprio perché in attesa che il Governo
consentisse la reintroduzione della Tarsu così come poi è accaduto.
E ciò è avvenuto per quasi tutti
i comuni del Vulture-Melfese (Rionero, Barile, Melfi, Rapolla, Montemilone per
citarne alcuni) ad eccezione di Atella.
Si
poteva evitare tutto ciò?
Era necessario un super-pagato consulente
esterno per una mazzata del genere?
Ancora
una volta la longa manus del Fattore T ha inciso sull’azione amministrativa
dell’uomo con la fascia
che, davanti ad un disastro mai verificatosi prima nella storia politica
atellana, non ha fatto altro che seguire i consigli del capo e cioè vomitare in
faccia ai cittadini la misera storiella dei “debiti lasciati dalla precedente amministrazione”.
In data 25/11/2013 il
super-pagato Responsabile del Settore Finanziario del Comune di Atella, Dott.
Guidotti, attestava che “dai dati in
possesso e da un’indagine obiettiva non sono emersi debiti fuori bilancio”
e cioè in poche parole che il Comune di
Atella NON HA DEBITI.
E ciò è stato, inoltre, ribadito
ed attestato da altri quattro distinti Capi Settore del Comune di Atella (Di
Biase, Ferrara, Conte e De Grazia).
Ma
qualcuno poteva avvisare l’uomo con la fascia e i membri della sua maggioranza dell’esistenza
di tali attestazioni per giunta non di poco conto ???
Al netto di ogni tipo di
valutazione, la verità è una sola e cioè che c’è stata superficialità, approssimazione,
impreparazione e arroganza politica.
Non sono state ascoltare le
proposte costruttive dell’opposizione e, di conseguenza, l'uomo con la fascia e
l'intera maggioranza sono andati incontro ad un disastro.
Serietà e responsabilità avrebbero
voluto che l'Amministrazione comunale avesse avuto il coraggio di raccontare
quanto la Tares avrebbe inciso realmente sulle famiglie, sui commercianti, sugli artigiani e sulle imprese.
Invece, si è preferito non
ascoltare nessuno, tantomeno i cittadini, colpendo così l'economia reale delle
famiglie invece di sostenere ed aiutare il tessuto socio-economico atellano.
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